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- Scritto da Raffaela Ambrosio
SVILUPPARE, VALUTARE E CERTIFICARE LE COMPETENZE DELL’ITALIANO PER LO STUDIO AL FINE DI FAVORIRE IL SUCCESSO SCOLASTICO
Il raggiungimento di livelli di competenza linguistico-comunicativa adeguati alle richieste imposte da percorsi scolastici complessi è uno degli obiettivi prioritari della formazione degli studenti non italofoni nelle scuole italiane.
Agli studenti stranieri vengono normalmente richieste performance legate alle singole discipline per le quali le competenze linguistiche in loro possesso risultano del tutto insufficienti. Ciò provoca l’insuccesso nelle discipline e la non considerazione dello sviluppo delle competenze linguistico-comunicative in lingua italiana.
A questo fine il progetto propone misure di sistema che non possono essere viste in maniera isolata ma che ruotano attorno alla valutazione.
I processi d’acquisizione della lingua obbligano la scuola a rimodulare i percorsi didattici e di conseguenza le modalità e i tempi della valutazione. Ad esempio, uno studente di livello A1 del primo anno non può essere valutato nei contenuti delle discipline di area generale e nelle scienze integrate; a questo studente, dunque, occorre lasciare il tempo e fornire gli strumenti per affrontare con serenità e con buona probabilità di successo l’apprendimento della lingua.
Le azioni proposte poggiano sulla premessa che tutto quanto gli alunni stranieri fanno per l’acquisizione della lingua italiana debba essere sostenuto, potenziato e valutato come parte integrante dei percorsi scolastici.
Tutti gli studenti del primo anno degli Istituti professionali coinvolti nel progetto saranno sottoposti a un test diagnostico. Questo test riguarderà tanto gli studenti stranieri, ad esclusione dei neoarrivati, quanto gli italofoni.I test saranno predisposti dall’Università di Parma e somministrati direttamente dai docenti degli Istituti in ogni classe. I risultati saranno elaborati secondo le indicazioni fornite dall’Università di Parma.
Si procederà quindi alla formazione dei gruppi per livello e alla redazione dei piani educativi personalizzati (PEP), sia per gli studenti stranieri sia per gli studenti italofoni che avranno riportato un risultato insufficiente nel test, nonché per i neoarrivati.
PROGETTAZIONI DI ISTITUTO RELATIVE AI PERCORSI REGIONALI ANTIDISPERSIONE e di collaborazione tra istruzione e formazione professionale per il conseguimento delle qualifiche regionali, Sistema I. e F. P.
A fronte di una società che cambia nella sua struttura e nei valori di riferimento, a fronte di una sfida culturale che si è fatta plurale e diversificata, la scuola oggi fatica a svolgere completamente quella funzione unificatrice e democratica che le ha permesso nei decenni passati di fungere da collante e generatrice di “senso sociale”.
Nonostante le difficoltà, è grande lo sforzo degli insegnanti, degli enti locali e delle agenzie preposte alla funzione educativa nell’ affrontare la sfida del cambiamento con idee e strumenti adeguati, con la tenacia necessaria a chi si accinge a sostenere un compito difficile, ma urgente e necessario.
Anche il nostro territorio provinciale, che storicamente si è contraddistinto per un’elevata qualità dei servizi alla persona e, in particolare, per una ricca e qualificata offerta educativa e formativa dalle scuole agli enti di formazione, vive oggi la sfida della complessità sociale, del pluralismo culturale e del rischio di marginalità e di esclusione di molti cittadini.
La dispersione scolastica, effettiva o potenziale, è, da questo punto di vista, non tanto l’effetto, ma uno dei sintomi di problematicità e disagio sociale che molti adolescenti di oggi si trovano ad affrontare e a vivere insieme alle loro famiglie.
L’insuccesso scolastico prolungato e il rischio di abbandono sono dunque fenomeni spesso accompagnati da deficit di opportunità sociali e culturali, o da carenza di adeguate strutture e funzioni genitoriali.
Gli interventi condotti, le osservazioni effettuate inducono tuttavia, preservando gli interventi che direttamente sostengono percorsi di apprendimento per soggetti già di fatto in dispersione scolastica, ad incentivare le azioni di osservazione orientamento e ri-orientamento degli alunni che, pur lanciando forti segnali di disaffezione al sistema formativo, pur avendo ormai accumulato diversi fallimenti scolastici sono, almeno formalmente, ancora agganciati al tradizionale sistema scolastico.
Occorre quindi affiancare ai progetti sulla dispersione conclamata, interventi che mirino a trattare il fenomeno in tempi precoci al fine di prevenirlo, laddove possibile, o di orientarne meglio e per tempo forme e modalità di un possibile recupero.
Nella Provincia di Reggio Emilia da diversi anni è attiva una rete di scuole (progetto Manodori) che, insieme a diversi enti pubblici e privati (Enti di formazione, Università, Associazioni di categoria, Fondazioni), sostiene interventi di contrasto alla dispersione scolastica precoce, rivolgendosi in particolare ad alunni stranieri e in condizione di handicap più esposti al fenomeno.
Già da qualche anno scolastico questa rete di scuole superiori attiva interventi specifici in collaborazione con il dipartimento di Italiano dell’Università di Parma, rivolti agli alunni che vivono situazioni di dispersione scolastica in atto o incipiente, sottolineando contestualmente la preoccupazione per un fenomeno in crescita, sia numericamente che qualitativamente. L’urgenza dell’intervento finisce spesso per trascurare un’adeguata fase osservativa che distingua tra le varie situazioni, tra percorsi scolastici veramente compromessi e casi che, dopo un’attenta fase ri-orientativa, possono legittimamente aspirare a riprendere attività tradizionalmente legate ai curricoli.
La ricca esperienza di questi anni consiglia quindi di premettere e affiancare a valide esperienze di recupero un’attenta opera di conoscenza e monitoraggio delle situazioni, un adeguato lavoro di orientamento di ragazzi e famiglie, accanto ad attività di screening delle competenze e di contesti di vita fin dalla fase iniziale dei percorsi scolastici.
Dedicare tempo e risorse allo screening approfondito delle situazioni, delle abilità e delle biografie degli utenti consente infatti una più adeguata e puntuale articolazione dei progetti educativi individuali, viste le problematiche inerenti la dispersione all’interno della popolazione scolastica e, in particolare, negli Istituti professionali.
Per questo ordine di scuole compaiono molteplici fattori che contribuiscono ad accentuare il fenomeno con punte significative per gli alunni iscritti nei primi anni. Esiste quindi la necessità di rafforzare sul territorio provinciale l’attività di contrasto alla dispersione scolastica rivolgendola a quelle aree che fino ad ora gli Istituti scolastici non hanno potuto raggiungere perché costituite da adolescenti che non prendendo neppure contatto con la scuola o facendolo in modo saltuario, pur iscritti e in obbligo, secondo la legge regionale, si collocano in una fascia a forte rischio dispersione non potendo fruire di quell’attività orientativa che si effettua sui frequentanti le classi prime degli istituti superiori.
Le finalità dell’intervento che prospettiamo, attraverso l’azione congiunta dell’Istituto I.I.S Nobili per la sua componente Professionale e gli enti di Formazione del territorio intendono indirizzarsi verso il recupero di tutti coloro che allo stato attuale risultano in obbligo di iscrizione alle prime classi e non hanno mai frequentato anche attraverso l’attivazione di modalità didattiche laboratoriali innovative.
- L’attivazione di rapporti di collaborazione e cogestione tra Istituti professionali e enti di formazione idonei all’accompagnamento dei soggetti a rischio, lo scambio di materiali, metodologie, buone pratiche in merito alla tematica in oggetto finalizzati al conseguimento delle qualifiche regionali.
- Il coinvolgimento nelle azioni di contrasto di istituzioni del territorio atte a supportare le scuole.
- Il potenziamento di azioni volte a mantenere o re-immettere nel circuito scolastico/formativo il più alto numero di adolescenti possibile.
Si deve precisare che la pluralità di interventi che l’area professionale dell’IIS Nobili propone risulta essere una scelta che muove dalla consapevolezza che in esso il fenomeno dispersivo è particolarmente rilevante in ragione della tipologia di utenza, delle aspettative degli adolescenti che si iscrivono, dei livelli di insuccesso scolastico, della provenienza spesso extracomunitaria.
Lo scopo di questa scelta è quello di non disperdere risorse in una progettazione di tipo generalista, ma di intervenire su realtà più specifiche e maggiormente a rischio, in modo che le azioni previste risultino più incisive e di maggior successo con particolare attenzione alle singole persone, alle loro biografie scolastiche.
Da ultimo, si intende ampliare all’interno del corpo docente dell’Istituto la sensibilità e la competenza d’intervento relativa al tema della dispersione, facendo crescere l’idea della necessità sempre maggiore di svolgere attività antidispersive sia nell’ambito dell’autonomia dei singoli istituti sia all’interno delle specifiche discipline che potranno essere a loro volta sempre più orientanti.
La rete di scuole si avvarrà, per la realizzazione di questo progetto, di una équipe multi-professionale (educatori, ricercatori universitari, esperti di laboratorio) che già in questi anni si sta occupando, internamente all’Istituto, di azioni volte al contrasto della dispersione scolastica precoce.
Questa équipe, con il suo bagaglio professionale, supporterà i docenti e, insieme alla scuola, potrà proporre azioni coerenti con le finalità osservative ed orientative che animano questo progetto da sperimentare dentro o fuori la scuola, ad esempio nelle strutture della formazione professionale che già con successo ha saputo integrarsi e fornire linguaggi e saperi a vantaggio di attività anti-dispersione tuttora in atto.
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- Scritto da Raffaela Ambrosio
DALL’INTEGRAZIONE ALL’INCLUSIONE
Che cosa significa “inclusione scolastica”, nel nostro Paese, prima della Direttiva Profumo?
In realtà la recente normativa rappresenta solo l’ultima tappa di un lungo cammino iniziato quasi 40 anni fa, con la Legge 517/77. Tale legge riconosceva l’importanza di interventi educativi individualizzati volti al pieno sviluppo della personalità degli alunni, e prevedeva modalità collegiali di programmazione, apertura dello spazio classe, ecc…
La Legge Quadro 104/’92 rappresenta un ulteriore passo verso quella che - all’epoca - si definiva integrazione scolastica, e introduce la possibilità di ottenere un sostegno scolastico, a seguito di certificazione, per gli alunni con diversi tipi di disabilità.
Nel 2010 un ulteriore, importante passo avanti verso una scuola attenta alle esigenze di tutti è rappresentata dalla Legge 170, che introduce i concetti di strumenti compensativi e misure dispensative per gli alunni con disturbi Specifici dell’Apprendimento.
La Direttiva Profumo del 27/12/2012, la CM n. 8 del 06/03/2013 Stellacci e la Nota del 22/11/2013 completano ed estendono il tradizionale approccio alla disabilità e alle difficoltà di apprendimento, allargando il campo di intervento e le responsabilità dei docenti. Ad avere diritto a una personalizzazione dell’insegnamento, infatti, non sono più solamente gli studenti disabili o quelli con DSA, ma tutti quegli alunni che – per un periodo definito della loro vita scolastica – attraversano difficoltà dovute a problematiche diverse. Il Ministero, in particolare, individua tre grandi sotto-categorie di bisogni educativi speciali: la disabilità (Legge 104/’92); i DSA (Legge 170/2010) , ma anche altri disturbi evolutivi specifici documentati da diagnosi specialistica, come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, il disturbo del linguaggio, il disturbo delle abilità non verbali, il disturbo della coordinazione motoria, lieve autismo, funzionamento cognitivo limite o misto, disturbi della condotta; e lo svantaggio linguistico e culturale (studenti stranieri neo arrivati o con competenza linguistica fino al livello A2) o lo svantaggio socioeconomico e culturale.
Con la nuova normativa, quindi, il diritto ad una personalizzazione dell’insegnamento si allarga a TUTTI gli studenti che ne abbiano necessità, non solo ai ragazzi disabili o con DSA, già tutelati da leggi specifiche. Inoltre, la responsabilità della personalizzazione non è più delegata al solo insegnante di sostegno, ma viene allargata all’intero consiglio di classe, che è deputato a stabilire, sulla base di dati oggettivi o di “ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche”, in quali casi sia opportuno attivare tale personalizzazione.
Ciascuna scuola è poi chiamata ad ampliare il Gruppo di Lavoro Handicap di Istituto (GLHI) alle tematiche dei BES, integrandone la composizione e rinominandolo GLI (Gruppo di Lavoro per l’Inclusione). Tra le funzioni del GLI, nominate più sotto, c’è la redazione del Piano Annuale per l’Inclusività (P.A.I.), da presentare al collegio dei docenti al termine di ogni anno scolastico per l’approvazione.
Gli ultimi aggiornamenti, ma anche le note precedenti, ricordano che “l’anno scolastico in corso dovrà essere utilizzato per sperimentare e monitorare procedure, metodologie e pratiche anche organizzative, con l’obiettivo comune di migliorare sempre più la qualità dell’inclusione, che è un tratto distintivo della nostra tradizione culturale e del sistema di istruzione italiano, in termini di accoglienza, solidarietà, equità, valorizzazione delle diversità e delle potenzialità di ciascuno”.
La nostra scuola si è attivata e ha costituito il GLI, che sta procedendo alla rilevazione dei BES presenti nell’istituto e alle altre attività indicate.
GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE (GLI)
Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) dell’Istituto “L.Nobili” è costituito in conformità alla C.M. n. 8 del 06 marzo 2013, come estensione del preesistente Gruppo di Lavoro per l’Handicap, previsto dalla L. n. 104/1992, art. 15, c. 2 e già denominato “GLH”.
Il GLI si struttura su due livelli:
- il GLI di Istituto (trasversale), in cui confluisce il preesistente GLH
- i GLI Operativi (sotto-commissioni)
Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) di Istituto
COMPOSIZIONE
Il GLI di Istituto è costituito da:
- Dirigente scolastico e/o persona delegata dal medesimo
- Docenti incaricati di funzioni strumentali e figure di sistema attinenti all’area dei B.E.S. (alunni con disabilità, alunni con DSA, alunni di lingua nativa non italiana o con altri B.E.S.)
- Docenti che fanno parte del gruppo di supporto (Commissioni) alle Funzioni strumentali di cui sopra
- n. 2 rappresentanti dei genitori
- Psicologa scolastica
- rappresentanti di Istituzioni o Enti con cui la scuola interagisce ai fini dell’inclusione, convocati secondo le specifiche necessità
COMPETENZE
Il GLI di Istituto svolge le seguenti funzioni, ad esso attribuite dalla C.M. n. 8 del 06 marzo 2013:
- rilevazione dei BES presenti nella scuola
- raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere, anche in rapporto con reti di scuole o in base ad azioni strategiche dell’Amministrazione
- rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola
- focus/ confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi
- raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLI Operativi (Commissioni), sulla base delle effettive esigenze
- elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività da sottoporre al Collegio docenti e da inviare agli Uffici competenti, anche per l’assegnazione delle risorse di sostegno
IL GLI di Istituto espleta inoltre le seguenti competenze, specificamente dedicate all’area della disabilità e già spettanti al GLH:
Competenze di tipo organizzativo:
- gestione delle risorse di personale (criteri e proposte di assegnazione dei docenti alle attività di sostegno, richiesta e attribuzione ore di sostegno alle classi con alunni in situazione di disabilità, utilizzazione eventuali ore a disposizione; pianificazione dei rapporti con Enti locali e operatori esterni assegnati da questi ultimi, conseguenti modalità di collaborazione e organizzazione del personale non statale …;
- definizione delle modalità di passaggio dei minori da una scuola all’altra e modalità di accoglienza; gestione e reperimento delle risorse materiali (sussidi, ausili tecnologici, biblioteche e/o centri di documentazione …);
- censimento delle risorse informali (volontariato, famiglie …);
Competenze di tipo progettuale e valutativo:
- definizione dei criteri generali per la stesura di PDP e PEI;
- formulazione di progetti per la continuità fra ordini di scuole;
- progetti specifici in relazione alle tipologie di handicap;
- progetti per l’aggiornamento del personale;
Competenze di tipo consultivo:
- documentazione e consultazione banche dati
- confronto con altre scuole
- indicazioni e supporto per stesura PDP- PEI.
Il GLI di Istituto può riunirsi in seduta tecnica, con la sola presenza del personale scolastico e/o di esperti (o specialisti, o rappresentanti di altre Istituzioni) qualora si debbano esaminare problematiche a carattere riservato, cioè che comportino il trattamento di dati personali o di dati sensibili.
Il GLI di Istituto è convocato e presieduto dal Dirigente scolastico o da un docente espressamente delegato.
Gruppi di Lavoro per l’Inclusione Operativi (GLIO)
COMPOSIZIONE
I Gruppi di Lavoro Operativi (Commissioni) sono così costituite:
- Dirigente scolastico e/o persona delegata dal medesimo
- Docenti incaricati di funzioni strumentali attinenti all’area dei B.E.S.
- Docenti del gruppo di supporto (commissioni) alle FF.SS.
- Docenti di sostegno
- Coordinatori di classe
- Docenti curricolari interessati
- Specialisti / Rappresentanti di Enti o Istituzioni con cui la scuola si interfaccia per i BES.
- Altri operatori che ne abbiano titolo
Ogni GLIO può riunirsi in seduta plenaria (con la presenza di tutti i componenti), ristretta (con la sola presenza degli insegnanti), o dedicata (con la partecipazione delle persone che si occupano di un dato alunno in particolare).
Di volta in volta possono essere invitati a partecipare esperti esterni o persone che, al di fuori dell’Istituto, si occupano degli alunni con disabilità o di alunni con altri specifici BES.
Le riunioni dei singoli Gruppi di Lavoro Operativi sono indette e presiedute dai docenti incaricati di funzioni strumentali o dai loro collaboratori.
Di ogni riunione deve essere redatto apposito verbale. Le deliberazioni sono assunte a maggioranza dei presenti.
Le riunioni si svolgono, di norma, nella sede scolastica, previa informazione scritta.
A titolo orientativo, si indicano quattro incontri nell’arco dell’anno scolastico, dedicati, rispettivamente, a: formazione delle classi / situazione di inizio anno; esame attuazione e verifica del piano annuale di inclusione, incontri per il passaggio a classe o scuola successiva.
Gli incontri di progettazione, monitoraggio e verifica con gli operatori sanitari e/o con le famiglie dei singoli alunni per l’elaborazione, la stesura e la condivisione di PDF e PEI, nonché del PDP, sono equiparati a riunioni del GLIO in seduta dedicata.
COMPETENZE dei GLI Operativi
I Gruppi di Lavoro Operativi si occupano collegialmente di:
- gestire e coordinare modalità e tempistica per l’elaborazione dei Piani didattici personalizzati;
- gestire e coordinare le attività riguardanti gli alunni con disabilità, DSA o stranieri neoarrivati (modalità e tempi per la redazione di PDF, PEI , PEP); elaborazione di progetti specifici;
- approntare e mettere a disposizione dei colleghi la modulistica necessaria ai vari adempimenti;
- formulare proposte su questioni di carattere organizzativo, attinenti ad alunni con disabilità, dsa o con altri BES;
- proporre l’acquisto di attrezzature, sussidi e materiale didattico destinati ad alunni con disabilità o con altri BES;
- formulare proposte al D.S. circa il calendario degli incontri del GLIO.
Allegato: TESTO COMPLETO DEL PIANO ANNUALE PER L'INCLUSIVITA' (P.A.I.)