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Scuola, “il progetto dell’Itis Nobili ai vertici regionali”

L’assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi al Nobili per parlare con insegnanti e genitori delle relazioni tra scuola e lavoro

 

“Quello dell’Itis Nobili, che da settembre sarà sede anche dell’Istituto tecnico superiore della meccatronica, è il nostro progetto pilota per collegare scuola e imprese in Emilia-Romagna”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi a un incontro sul tema del rapporto tra scuola, territorio e mondo del lavoro che si è tenuto martedì nell’aula magna dell’Istituto Nobili, che diventerà l’istituto tecnico superiore per le nuove tecnologie di Reggio Emilia. “In Emilia-Romagna vogliamo assumerci il ruolo dei pionieri: c’è un’idea per il futuro della scuola e dell’industria, abbiamo nove fondazioni tutte di punta, tra cui quella dell’Its Nobili, che vogliamo sia una scuola certo con sede a Reggio, ma della regione”.

“Arriviamo a questo appuntamento dopo un lavoro durato mesi con riunioni tra amministratori, genitori ed insegnanti di Ipsia ed Iti – ha detto la presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini in apertura dell’incontro – Quello del Nobili è un progetto di eccellenza nato per premiare le potenzialità di Reggio e dare l’opportunità di mettersi in gioco su scala nazionale”.

Per l’assessore provinciale all’Istruzione Ilenia Malavasi quello fatto al Nobili è un “forte investimento sulla cultura tecnico-scientifica. Abbiamo avuto attenzione alla dispersione scolastica e allo sblocco professionale, creando una connessione tra scuola e mondo del lavoro, che è determinante per la nostra provincia e che è una risposta strategica al periodo di crisi”.

“Perno dell’operazione è stato l’istituto Nobili, perché è un polo tecnico di eccellenza – ha detto l’assessore Malavasi – L’idea di filiera che unisce scuola e imprese dà agli indirizzi tecnici e professionali la stessa dignità perché entrambi indispensabili nel mondo del lavoro. Vogliamo un investimento continuo sulla formazione dei nostri ragazzi, senza dimenticare il primo obiettivo della scuola, che è educare al pensiero ed ai valori della vita”.

“Non solo non è piaciuta l’idea di filiera che avvicina scuola e lavoro, ma soprattutto l’unione di una scuola professionale con un istituto tecnico. Questo ha determinato opposizioni ed incomprensioni per la paura della convivenza di ragazzi diversi tra loro, ma ci siamo impegnati per la sicurezza – ha aggiunto la presidente Masini – Nell’ambito del riordino della formazione professionale, abbiamo voluto valorizzare l’eccellenza reggiana nell’impresa manifatturiera e nella meccatronica, per qualificare la relazione tra scuola, lavoro e territorio”.

Valerio Messori, dirigente scolastico del Nobili e dell’Ipsia, ha messo l’accento proprio sul valore di questa relazione: “Con l’alternanza tra scuola e lavoro, in estate sono 180 gli studenti che vanno in azienda. Questo li rimotiva, possono vedere in pratica quello che hanno appreso sui libri. Credo che la nostra scuola possa dare ottime risposte alle imprese”.

Lo conferma Licia Ferrarini, dell’Associazione industriali di Reggio Emilia: “In provincia rappresentiamo circa 770 aziende, innovazione, tecnologia e spinta all’internazionalizzazione sono state utili per agganciare la ripresa, ma serve qualcosa in più”. Per Ferrarini, “è importante che le imprese conoscano il mondo della scuola, così come si sono date da fare per portare gli studenti in azienda, per vedere come si fa un prodotto”. Alla fondazione Its per le nuove tecnologie, che aggregherà all’istituto Nobili la formazione specialistica tecnica e professionale, “partecipano 12 aziende reggiane, a cui chiedono di aggiungersi altre – ha precisato Licia Ferrarini – Questo è un progetto che permette di avere competenze immediatamente spendibili nel lavoro e negli studi universitari”.

“Per tornare a crescere, bisogna investire sulle persone, che sono le nostre risorse principali, e allargare il numero delle imprese in grado di operare a livello mondiale – ha commentato l’assessore regionale Patrizio Bianchi – Per tenere insieme la testa che progetta e le mani che producono sul nostro territorio, dove si creano innovazione e tecnologie, è fondamentale investire sulla scuola. Dobbiamo arricchire il capitale umano, in modo tale che tutte le persone possano partecipare al ciclo produttivo: per questo non possiamo permetterci di avere dispersione scolastica”.

“Su questi obiettivi – ha concluso Bianchi – Reggio Emilia può dimostrare di essere davanti”.